Torremaggiore, al Ristorante “Le Tre Volte” si va a cena con le tradizioni
Sarà un incontro a tavola con le tradizioni quello in programma sabato 17 marzo 2018 alle ore 21 presso il ristorante “Le Tre Volte” di Torremaggiore (Via Buozzi, 4).
“J so Turmaggiures…” è questo il nome della serata dedicata al cibo e alle tradizioni che prevede, oltre ad una cena dedicata, anche una conferenza con il prof. Ettore D’Amico. L’ospite della serata interverrà sul tema “L’evoluzione del cibo dei nostri progenitori ai nostri figli”, una tematica che fornirà ampi margini di riflessione su come sia cambiato e come nel tempo si sia evoluto il nostro modo di mangiare, pur sempre nel rispetto delle tradizioni.
La Capitanata è una terra piena di tradizione, non solo fatta di eventi storici o feste, ma anche di una vasta e antica tradizione culinaria.La cucina dauna ricorda i sapori antichi di una gente umile e povera che faceva del cibo, non solo una prima necessità, ma lo trasformava in una sorta di veicolo per incrementare l’attaccamento alla propria comunità, alla propria famiglia, alla propria terra.
I piatti locali tipici sono ancora oggi presenti nelle usanze a tavola del Tavoliere, ce ne sono di svariati tipi, che vanno dagli antipasti ai dolci. La tradizione di portare a tavola le tipicità è molto importante, perché contribuisce a mantenere salda l’identità di un territorio che trae dalla sua terra una delle sue principali fonti di economia e di turismo.
Un appuntamento dunque con il buon cibo e con le tradizioni della tavola di Capitanata edi Torremaggiore. Focaccia con pomodorini, olive di peranzana e burrata, crema di fave e cicoriette di campo con pane croccante aromatizzato, pancotto della tradizione, orecchiette con marasciuoli, acciughe e peperoncino,“a tiell o' furn” (agnello, torcinelli, salsiccia e patate al forno), torta di ricotta aromatizzata agli agrumi accompagnata da "u' Merenelle", queste le tipicità che saranno servite a tutti coloro che decideranno di partecipare a questa speciale serata accompagnata anche da canti della tradizione popolare torremaggioresi.
La cena ha un costo di 25€ a persona e per prenotare basta chiamare i seguenti numeri: 0882.393557 - 329.4346872.
Casalvecchio, per tre giorni capitale della cultura arbërëshe
Il programma della manifestazione:
Venerdi 14: ore 10-12, accoglienza e sistemazione gruppi e ospiti presso ex scuola Celozzi, largo Santa Maria delle Grazie); ore 10.30, piazza Libertà, Casalvecchio L.A.B. “ricerca visiva di identità” (a cura del Centro studi Mecenate di Lucera, con la partecipazione dell’artista Salvatore Lovaglio); ore 13, piazza Libertà, Convivium di benvenuto; 16-17.30, piazza Libertà, stage di danze tradizionali dell’Albania del nord, a cura del Gruppo “Ansambli Mirdita”; ore 18-18.30, Centro polivalente Via Zhur, inaugurazione e apertura ufficiale della Vëllazëria: saluto ufficiale del sindaco e incontro con ospiti e istituzioni; ore 18.30, centro polivalente via Zhur, presentazione e incontro con l’autore del libro “U Kam adhe besën ” di Nico Zef Friolo, modera il giornalista Loris Castriota Skanderbegh, presenta Marisa Margherita, responsabile sportello linguistico di San Marzano di San Giuseppe (Taranto); ore 21, piazza Libertà, sfilata in costume; ore 22, piazza Ronca, cena buffet con esibizione dei gruppi.
Le erbe spontanee di Capitanata, ora c'è un manuale
"Erbe spontanee della Capitanata" è il manuale redatto da esperti del settore della Botanica applicata ed Etnobotanica che "La Gazzetta del Mezzogiorno" ha voluto regalare ai suoi lettori. Scritto da Rita Accogli, Maurizio Marrese, Piero Medagli (Edizioni Grifo).
Forse pochi conoscono le preziose proprietà di alcune piante spontanee che crescono nel territorio della provincia di Foggia. Fino alla metà del 1800, le erbe spontanee erano una risorsa alimentare importante per le popolazioni rurali. Le famiglie contadine, conoscevano bene questa risorsa, e nella stagione propizia, soprattutto nei periodi piovosi, andavano alla ricerca del pranzo quotidiano. Figura fondamentale era il cosiddetto "terrazzano", colui che si dedicava alla ricerca di tutto ciò che offriva il territorio. Cicorie e papaveri, ortiche e malva, crescioni e tarassaco, si rivelano, oggi come allora, ottimi ingredienti per minestre, frittate, risotti utili per una sana e gustosa alimentazione. Ancora oggi, in molti paesi della Capitanata, le erbe selvatiche, vengono preparate come misto denominato, a seconda dei distretti, "fòje ammísche", "fógghie mist". Così come è ancora possibuile trovare nei mercati rionali anziani (perlopiù donne) intente alla vendita delle erbe spontanee.
Leggere questo manuale, è inoltre un'occasione per dedicarsi alla ricerca e alla raccolta di erbe, osservarne le varietà e la bellezza e rispettarne la biodiversità. È questo un modo per consentirle di esistere, è un regalo che facciamo a noi stessi ma soprattutto a chi verrà dopo di noi.
A San Severo con "Matteo Salvatore incontra i Cantori di Carpino"
La Cavalcata degli Angeli, momento di fede e folklore
Anche quest'anno si è rinnovato il tradizionale appuntamento con la Cavalcata degli Angeli che si svolge il giorno prima della solennità della Madre di Dio Incoronata di Foggia. Anche nell’edizione di ieri, che si aggiunge alla plurisecolare manifestazione di devozione verso la Madonna Nera, migliaia di persone hanno assistito alla parata di scenografici carri addobbati in suo onore e popolati da figuranti in costume nonché di pellegrini i quali tra canti e preghiere hanno compiuto con essi tre giri attorno al santuario e al vastissimo ed antistante piazzale a “L”.
La Cavalcata degli Angeli trova la sua ragion d’essere nel prodigioso episodio per cui, secondo la tradizione, all’alba dell’ultimo sabato di aprile dell’anno 1001 (più di mille anni fa) la Vergine Maria Incoronata apparve su una quercia al Conte di Ariano Irpino impegnato in una battuta di caccia nel bosco circostante e a cui raccomandò la costruzione di una cappella in suo onore assicurando le grazie a chi l’avesse pregata in quel luogo. Vi fu anche una Cavalcata di Angeli che posero tre corone sulla testa della Madre di Dio che perciò fu detta Incoronata. Tale apparizione mariana, col contemporaneo ritrovamento della relativa statua, interessò anche il pastore Strazzacappa, che aveva visto nello stesso luogo i suoi buoi inginocchiati ed in seguito al prodigio trasformò la sua caldarella in lampada votiva ad olio e la appese alla medesima quercia.
Alla Cavalcata degli Angeli hanno preso parte numerosi devoti della Madonna Incoronata provenienti da diversi comuni della provincia di Foggia, della Puglia, della Basilicata, dell’Abruzzo e Molise. Al termine della scenografica e religiosa parata sono state aperte ai fedeli le porte della Basilica Santuario dove si è celebrata la S. Messa ed è stato possibile rendere omaggio alla celebre statua della Madre di Dio Incoronata.
I Cantori di Carpino ambasciatori della cultura pugliese a Milano
Casalnuovo, un'altra ricerca sulla cultura arbëreshë
Carpino, undici anni fa la scomparsa di Andrea Sacco
Undici anni fa la scomparsa di Andrea Sacco, uno dei tre patriarchi della musica popolare garganica insieme ad Antonio Piccininno e Antonio Maccarone. Era il 17 marzo 2006 e il Gargano perdeva una delle sue anime più genuine nel campo della cultura, quella fatta di melodie e parole ancestrali legate alla "montagna del sole". La sua figura bene viene tratteggiata sul sito dei Cantori di Carpino che, dei tre maestri, hanno raccolto l'eredità artistica:
“Ha eseguito sin da adolescente le serenate che costituiscono una parte rilevante del patrimonio musicale garganico. Uno dei suoi sonetti più famosi, 'Accomë j’eia fa’ p’ama ’sta donnë', fu lanciato nel 1972, con il titolo improprio di 'Tarantella del Gargano', dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare e da allora ha conosciuto innumerevoli versioni. Arguto e imprevedibile, geniale e sregolato come un vero artista e incantatore, come ogni uomo destinato al successo, nel corso degli anni, ha guidato altre due formazioni di cantori di Carpino esibendosi sia in Italia che all’estero. Nel 2000, insieme ad Antonio Maccarone e Antonio Piccininno, ha preso parte al documentario “Chi ruba donne” dedicato dal regista Maurizio Sciarra alla musica tradizionale del Gargano. Il documentario contiene la sua più famosa tarantella 'Donna che stai affacciata alla finestra', conosciuta anche come 'Garofano d’ammore', composta quando faceva la corte alla ragazza che sarebbe diventata sua moglie".
A Motta Montecorvino c'è il Carnevale delle tradizioni
Piccininno e il compleanno che non si può dimenticare
Oggi Antonio Piccininno avrebbe compiuto 101 anni. Ma il vento inesorabile della vita l'ha strappato alla vita terrena, lasciando a noi tutti un tesoro di ineguagliabile bellezza e valore. Fatto di cultura, passione, dolore, amore per la sua Terra. Quella che lo ha segnato nel corso di un'esistenza costellata da tante vicissitudini. Picininno resta una figura straordinaria di questa cultura ancestrale qual è quella garganica. Fatta di storie e suoni che si perdono nella notte dei tempi, che affondano le loro origini in amori proibiti riproposti nei campi durante il lavoro o sulle aie della masserie al calare delle tenebre. Come di mistero resta attorniata la scomparsa del suo corpo, profanato da mani immonde che lo hanno strappato al dolore della famiglia e dei suoi "Cantori".
La sua musica e le sue parole continuano a essere icona di una tradizione "passionaria", fatta di musiche e canti arcaici. Ecco perché la sua festa non si è mai conclusa.. Come si susseguono le emozioni di quei sonetti che ha portato in giro per il mondo. Un anno fa eravamo tutti a Carpino per celebrarlo, a dedicargli un lavoro discografico nato e voluto dai suoi eredi per sublimare quella sua presenza per loro così vitale. Oggi sarebbero 101: ci piace pensare che li stia festeggiando. Perché "chi sonä e cantä no nmore màji".