San Severo celebra i 300 anni di Raimondo di Sangro, il “suo” principe. Convegni, momenti artistici e culturali, un concorso per le scuole e visite guidate per il ricco programma approntato dal Centro Culturale “Einaudi” e dal Centro Studi Tradizioni Popolari “Terra di Capitanata” che si consumerà da febbraio a ottobre.

 

 

Il primo appuntamento è in programma sabato 27 febbraio 2010 (ore 18, Auditorium del Teatro Comunale “Verdi” di San Severo) con un convegno sul tema: “Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero. Illuminista, Scienziato, Genio, Artista”. Dopo i saluti del Sindaco di San Severo, Gianfranco Savino, seguirà la relazione di Fabrizio Masucci, Consigliere di Amministrazione della Cappella Sansevero di Napoli. Prevista la presenza di Alessandro d’Aquino di Caramanico, XV Principe di Sansevero. Coordinerà i lavori Rosa Nicoletta Tomasone, Presidente Centro Culturale “Einaudi”. Un’occasione unica per curiosare e saperne di più sulla vita e sulle opere del principe, un personaggio illustre della sua epoca mal considerato o poco conosciuto. Gli altri appuntamenti in calendario si snoderanno fino all’8 maggio, con un’appendice autunnale per la premiazione di un concorso, riservato agli alunni delle scuole medie superiori di San Severo, che prevede elaborati sulla figura di Raimondo di Sangro.

 

Per il download dell'invito al convegno, clicca sul link sottostante:

www.terradicapitanata.it/files/raimondo invito-link.jpg

 

 

 

 

 

RAIMONDO DI SANGRO, nasce il 30 gennaio 1710 nelle stanze del Castello di Torremaggiore da Antonio, duca di Torremaggiore e da Cecilia Gaetani dell'Aquila d’Aragona. Uomo di corte a Napoli, è stato inventore, anatomista, stratega militare, letterato e accademico italiano. Alla sua figura sono legate scoperte scientifiche e riferimenti storici dell’epoca con importanti collegamenti alla Massoneria. Così come quando si parla di Raimondo di Sangro non si può non citare la Cappella Sansevero di Napoli, attigua al palazzo di famiglia, dove sono conservati marmi e opere scultoree di ineguagliabile bellezza come la “Pudicizia Velata” e il “Cristo Velato” (foto). Tempio che Antonio Canova, altro mirabile artista dell’epoca, avrebbe voluto realizzare. E proprio il “Cristo Velato”, opera realizzata dal napoletano Giuseppe Sammartino nel 1753 e definita “capolavoro della scultura europea del Settecento”, ha dato adito a una leggenda, una delle tante sul “principe di Sansevero”: avrebbe insegnato allo scultore come calcificare il tessuto in cristalli di marmo. Un altro legame importante tra San Severo e Raimondo di Sangro. Sammartino, nel 1793, poco prima della sua morte, realizzò nella città dell’Alto Tavoliere le sue ultime opere documentate. Si trovano nella chiesa di San Lorenzo, mirabile esempio del “Barocco Sanseverese”: sono gli angeli e le teste alate, parte integrante dei tre importanti altari marmorei progettati dal fratello Gennaro,  architetto e regio ingegnere. Raimondo di Sangro muore a Napoli il 22 marzo del 1771. L’ultimo mistero è legato al suo sepolcro: nella Cappella Sansevero c’è la sua tomba, ricca di marmi e sculture, ma il sacello è vuoto. I resti di Raimondo, principe di Sansevero, non sono mai stati trovati. 

 

 

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