In strada
L’acquaiolo
Attraversava le strade della città per vendere l’acqua potabile: questa veniva caricata all’interno di barili posti su un lungo carro trainato da muli e cavalli e, in tempi più recenti, le botti erano issate su camion; successivamente vennero sostituite da cisterne in metallo. L’acqua era presa dai pozzi in campagna e poi era distribuita alle abitazioni o alle piccole attività. L’acquaiolo, con l’ammodernamento della società e, in particolare, con la diffusione della rete idrica, è andato progressivamente estinguendosi.
L’arrotino
Si spostava da un vicolo all’altro della città trainando la sua “bottega ambulante”: una carriola dotata di una mola, una ruota di pietra e un contenitore per l’acqua. L’arrotino faceva leva su un pedale che trasmetteva il movimento alla mola tramite una cinta: sopra venivano sfregate forbici, coltelli o lame, che dovevano essere affilati (arrotate). La “bottega ambulante” dell’arrotino diveniva un castello incantato per tanti bambini che accompagnavano le mamme: lo sguardo stupito dei piccoli era attirato dalle scintille “magiche” che si sprigionavano dalla ruota di pietra, nel momento in cui si appoggiava sopra l’oggetto da affilare.
Il banditore
La sua presenza era annunciata dal suono di una tromba e il mezzo principale utilizzato nel suo lavoro era la sua stessa voce, utilizzata per riferire messaggi di vendita o acquisto di prodotti, ma anche per rendere pubblici provvedimenti decretati dalla Pubblica amministrazione. La figura del banditore, nel territorio della provincia di Foggia, era strettamente legata alla promozione e alla vendita di vino, che solitamente veniva realizzata con l’assaggio del prodotto.
Il carbonaio
Vendeva carbonella o carbone con cui venivano alimentati bracieri e stufe, unici mezzi di riscaldamento per difendersi dal freddo. I prodotti erano smerciati lungo le strade all’interno di sacchi di iuta. Il carbonaio, in parte, svolgeva il suo lavoro in campagna, dove, bruciando rami di alberi precedentemente potati, produceva la materia prima, la carbonella. In tempi recenti, quando ormai il carbone non era più utilizzato come elemento combustile, sostituito dal gas, anche i carbonai si trasformarono in venditori di bombole a gas.
I carlantini
Erano compagnie di sfossatori e misuratori che si occupavano di estrarre il grano dalle fosse al momento della vendita del prodotto e di riporlo in sacchi che venivano poi caricati sui carri per il trasporto. Prendevano il nome da Carlentini, piccolo centro della Sicilia, dove gli abitanti erano considerati i più abili nello svolgere questo mestiere.
Il lattaio
Dal produttore al consumatore: il lattaio, allevatore di mucche, veniva in città e vendeva il latte al dettaglio. Il suo arrivo veniva preannunciato dal suono di una campana, spesso giungeva accompagnato da una mucca, che veniva munta all’istante davanti al cliente a seconda della quantità di latte richiesta. In tempi più recenti, in concomitanza con l’aumento della richiesta del prodotto, il lattaio andava in giro con la bicicletta e dei contenitori in metallo, all’interno dei quali veniva trasportato il latte da vendere.
L’ombrellaio
Artigiano specializzato nella riparazione di ombrelli, era solito girare città della Capitanata con il suo laboratorio ambulante: sulla schiena portava con sé uno zaino, all’interno del quale custodiva stecche di acciaio, manici in legno, pezzi di stoffa, viti e ganci, utilizzati per la riparazione e il restauro di ombrelli.
Il ramaio
La sua attività consisteva nel lavorare lastre di rame, con cui realizzava pentole, bracieri, mestoli e utensili, secchielli e tegami per la casa, oggetti di solito portati in dote delle spose. Ancora oggi, molti di questi pezzi si ritrovano nelle cucine moderne, come ricordo lasciato dagli anziani della famiglia di appartenenza.
Il sanguettaro
Per la medicina popolare dei tempi passati, il “salasso” era un ottimo antidoto per alcune patologie legate alla circolazione del sangue, come ictus, trombosi e anche sbalzi di pressione arteriosa. Il sanguettaro raccoglieva o acquistava dai pescatori della vicina laguna di Lesina le sanguisughe conservate in vasetti di vetro e poi poste abitualmente in zone particolari del corpo, soprattutto dietro le orecchie, in modo succhiare il sangue ai pazienti. Pochi minuti e gli animaletti si rimpinguavano di plasma al punto da assumere forme impressionanti rispetto alle originali. Poi tornavano nel loro vasetto, a smaltire l’abbuffata mentre il paziente ne traeva benefici di salute.
Il setacciaio
In giro per le strade dei centri della provincia di Foggia si poteva incontrare facilmente anche il setacciaio. Erano dotato degli attrezzi del mestiere utilizzati nella riparazione di setacci o di chitarre per la pasta.
Il terrazzano
Figura ancora frequente nei mercati ortofrutticoli. Nel passato era colui che rastrellava le campagne per “spigolare” i resti del raccolto nei campi o trovare le erbe spontanee che, per intere generazioni, hanno rappresentato il piatto forte della cucina povera. Erbe che si riproducevano nei pascoli o nelle maggesi e poi rivendute al mercato. Erbe ancora oggi poste in vendita e utilizzate per succulenti contorni o come necessario ingrediente per il rinomato pancotto.
Il venditore di ghiaccio
Il predecessore diretto del congelatore. Il venditore si recava nelle zone più alte della provincia di Foggia,del Gargano o nei centri del Subappenino, nei periodi di maggiore freddo accompagnati da copiose nevicate, per prendere il ghiaccio, successivamente venduto in chioschi posizionati nelle zone più fredde della città.